Neve artificiale: soluzione o problema?

Published On: 29 Gennaio 2025Categories: News

Il surriscaldamento globale mette sempre più a rischio la stagione sciistica, con conseguenze svantaggiose non solo per il turismo ma anche per lo sport internazionale.

Secondo il Comitato Olimpico Internazionale nel 2040 solo dieci Paesi potrebbero ospitare le Olimpiadi invernali. Il problema principale riguarda la carenza di neve: come dimostrano i dati sintetizzati da Copernicus, l’osservatorio della Terra dell’Agenzia europea per l’ambiente, le nevicate diventano meno frequenti e vengono sostituite dalla pioggia.

Nel corso dell’ultimo secolo la persistenza del manto nevoso si è accorciata progressivamente di circa un mese (36 giorni) rispetto agli ultimi 600 anni. Tutto ciò si rivela dannoso per la fauna, dato che il manto nevoso è fondamentale per l’alimentazione e la nidificazione degli animali, oltre che per la tutela del suolo e per le scorte idriche. Inoltre, la superficie chiara della neve riflette l’energia solare, trattenendo meno calore e contribuendo a raffreddare il clima.

Per affrontare il problema si ricorre sempre più spesso alla neve artificiale, ma pagandone gli alti costi economici e ambientali.

la sua produzione è dispendiosa e poco efficiente. Consuma enormi quantità di energia, prodotte principalmente da fonti fossili e necessita di molta acqua, con conseguenze sociali e ambientali nei territori maggiormente a rischio di siccità.

In Italia, data la bassa quota delle località sciistiche, l’innevamento artificiale è utilizzato per il 90% delle piste. Più geograficamente fortunate Austria, Svizzera, Francia e Germania, dove il ricorso alla neve artificiale scende rispettivamente al 70%, 50%, 39% e 25% (dati Legambiente).

Insomma, “salvare la settimana bianca” deve essere uno sprone in più verso comportamenti sostenibili.

 

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